Il libro verde sul futuro dell’IVA

La Commissione Europea ha pubblicato un interessante documento intitolato “Libro verde sul futuro dell’IVA – Verso un sistema dell’IVA più semplice, solido ed efficiente“. L’obiettivo del libro verde è di sollevare un dibattito sul sistema IVA attualmente vigente, al fine di semplificare l’applicazione dell’imposta, riducendo anche i numerosi adempimenti burocratici oggi previsti.

Entro il 31 maggio 2011 è possibile inviare propri contributi alla Commissione, scrivendo all’indirizzo e-mail TAXUD-VAT-greenpaper@ec.europa.eu

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Libro verde sul futuro dell’IVA

Un pensiero riguardo “Il libro verde sul futuro dell’IVA

  1. Il 18 ottobre 2011 la Commissione Finanze del Parlamento italiano ha approvato il proprio documento finale concernente le questioni sollevate nel libro verde sul futuro dell’IVA.
    La Commissione, invitando il Governo ad agire nelle sedi competenti, suggerisce di porre in essere nuovi interventi normativi che abbiano come obiettivo:

    – la razionalizzazione del sistema delle aliquote, in modo da renderlo più coerente ed equo, ponendo così le basi per delineare un’unica aliquota normale e un’unica aliquota agevolata per quei beni considerati meritevoli di tale beneficio a livello comunitario;
    – realizzare una revisione del sistema delle aliquote ridotte e dei numerosi regimi speciali di deroga o di esenzione previsti per singoli Stati membri, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia dell’imposta, nonché ampliarne la base imponibile;
    – limitare l’applicazione delle aliquote ridotte, oltre che ai servizi ad alta intensità di manodopera, ai servizi prestati localmente;
    – armonizzare il regime Iva dei prodotti culturali, applicando l’aliquota ridotta ai prodotti musicali e audiovisivi, prodotti dell’editoria elettronica e audiolibri;
    – possibilità di introdurre un meccanismo di tassazione delle operazioni imponibili basato sul principio del Paese di origine del bene o del servizio;
    – valutare l’opportunità di istituire un regime speciale Iva a favore delle piccole e medie imprese, basato su una soglia comune di accesso, al fine di ridurre gli oneri amministrativi per le piccole e medie imprese derivanti dall’applicazione del regime Iva generale;
    – riduzione degli oneri amministrativi connessi all’assolvimento dell’imposta, anche definendo un elenco esaustivo di obblighi standardizzati in materia di Iva imposti dai Paesi membri, anche attraverso una modulistica unica europea per tutti gli adempimenti relativi alla dichiarazione e al versamento dell’imposta;
    – proseguire con maggiore incisività nell’azione di contrasto al gravissimo fenomeno dell’evasione fiscale in materia Iva, che costituisce un elemento di sperequazione tra i soggetti passivi e produce un danno ingentissimo ai bilanci degli Stati nazionali e della stessa Unione europea, estendendo anche l’obbligo di fatturazione elettronica delle operazioni Iva così come disposto dalla direttiva 2010/45/CE;
    – introdurre modalità automatiche di assolvimento dell’imposta, attraverso il circuito bancario o gli istituti di moneta elettronica, che consentano la piena tracciabilità delle transazioni;
    – valutare la possibilità di estendere il meccanismo del reverse charge, ossia l’inversione contabile a tutti i settori ad alto valore aggiunto e ad alto rischio di frode, per eliminare una delle circostanze che maggiormente aumenta il rischio di evasione, costituita dal trasferimento di somme di denaro a titolo di Iva in tutti i passaggi intermedi;
    – introdurre meccanismi di riduzione del numero di partite Iva, verificando la corrispondenza tra soggettività Iva formale ed effettivo svolgimento di attività imprenditoriali, artigianali o professionale, per contrastare le distorsioni che derivano da questo fenomeno, soprattutto sotto il profilo delle transazioni fittizie (le cosiddette frodi carosello);
    – rendere più razionali ed efficaci i meccanismi di controllo e i metodi di verifica sull’adempimento degli obblighi Iva, nonché la cooperazione in materia tra le Amministrazioni fiscali degli Stati membri, anche avvalendosi più estesamente delle nuove tecnologie informatiche, in particolare per individuare i settori a più elevato rischio di frode o di evasioni.

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