Il problema previdenziale per i dipendenti del settore privato che avviano un’attività in proprio o in forma associata

Mi giungono molte richieste in merito alla problematica relativa ai dipendenti del settore privato che intendono avviare un’attività in proprio (c.d. “apertura della partita IVA”) o come ditta individuale/società ovvero come liberi professionisti. L’aspetto più dibattuto concerne la corretta qualificazione dei soggetti che avviano l’attività dal punto di vista della contribuzione previdenziale INPS.

La fattispecie che tratto nel presente articolo riguarda i dipendenti di aziende private giacché nel settore pubblico esistono specifiche disposizioni circa la possibilità o meno di affiancare il lavoro dipendente con altre attività, delle quali però non intendo fare cenno.

Entrando nel merito della questione, si deve subito precisare che non si giunge alla medesima conclusione se l’attività è svolta in forma d’impresa oppure come lavoratore autonomo.

Il dipendente full time (che svolge cioè un’attività lavorativa di almeno 26 ore settimanali), versa i contributi INPS per il tramite del proprio datore di lavoro e se intende avviare un’attività in proprio diventa necessario capire che cosa ciò comporta ai fini contributivi in quanto, in prima analisi, sembrerebbe aggiungersi un onere contributivo rispetto a quello già presente come lavoratore dipendente.

La risposta a questa problematica è la seguente:

– se il lavoratore dipendente avvia un’attività d’impresa commerciale egli, avendo già un lavoro di almeno 26 ore settimanali che si possa qualificare come prevalente sia in termini di tempo che in termini reddituali (reddito annuo come lavoratore dipendente maggiore del reddito derivante dall’attività commerciale), non dovrà essere iscritto alla gestione commercianti dell’INPS e quindi non dovrà versare ulteriori contributi (nemmeno il minimale previsto) rispetto a quelli che già versa come dipendente;

– se invece l’attività che viene avviata è di lavoro autonomo (libero professionista), il lavoratore dovrà necessariamente iscriversi alla gestione separata INPS versando il contributo proporzionale del 17%.

Relativamente al primo caso, l’INPS invierà comunque una comunicazione in merito all’iscrizione del soggetto alla gestione commercianti, tuttavia sarà sufficiente rispondere spiegando i motivi che prevedono la cancellazione dell’iscrizione e provando l’esistenza del rapporto di lavoro dipendente allegando una copia dell’ultima busta paga percepita.

In conclusione vale la pena di precisare che non si incontrano evidenti difficoltà qualora il contratto di lavoro dipendente sia a tempo pieno e con durata indeterminata. Se, al contrario, il contratto di lavoro dovesse essere a tempo determinato (ad es. pochi mesi), la gestione della specifica situazione si complica in quanto bisognerà valutare di volta in volta se complessivamente nel corso dell’anno il periodo trascorso come lavoratore dipendente può essere considerato prevalente rispetto all’attività commerciale esercitata.

4 pensieri riguardo “Il problema previdenziale per i dipendenti del settore privato che avviano un’attività in proprio o in forma associata

  1. Tiziana ha detto:

    Cosa succede nel caso l’attività secondaria svolta dal dipendente full time sia un attività rientrante nell’ambito di attività artigianale? (elettricista)

  2. Non può iscriversi come imprenditore artigiano chi ha in corso un rapporto di lavoro subordinato o svolge prevalentemente altra attività (commerciale, agricola, ecc.).

  3. Marco ha detto:

    Salve!

    Sono un dipendente nel settore del commercio con contratto part-time 24 ore a tempo indeterminato. Se volessi aprire una ditta individuale (e-commerce) essendo un lavoratore part-time (meno di 26 ore) dovrei pagare i contributi anche come “imprenditore” ma in che misura? Visto che ho anche un lavoro dipendente part-time si tratterebbe di un’integrazione o li devo pagare per intero come se avessi solo l’attività imprenditoriale?

    Grazie, cordiali saluti.
    Roversi Marco – Modena

  4. Nel suo caso dovrebbe versare anche i contributi INPS previsti dalla gestione commercianti e quindi il fisso di circa 2.900 euro annui più il 20,09% sul reddito d’impresa eccedente il minimale pari ad € 14.240,00.

    Link: INPS gestione commercianti

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